Il reportage Discipuli Domini del fotografo Stefano Bramucci, nasce nel gennaio 2004 da un’idea di Carlino Bertini, nell’ambito delle iniziative culturali sviluppate dalla Venerabile Confraternita di Santa Maria del Suffragio di Fano, con la finalità di documentare la vita monastica all’interno dei conventi di vari ordini religiosi.
“Colui che varca la soglia di un convento o di un monastero, soglia spesso insuperabile dal severo divieto della clausura, lo fa con timidezza lanciando occhiate curiose che spaziano negli immensi ambienti conventuali. Abbiamo osservato donne che procedono in punta di piedi per non disturbare il sacro silenzio e nel timore di profanare quelle mura grondanti di vetusto passato.
La nostra macchina ha cercato di immortalare l’arcana atmosfera surreale di questi luoghi, che vanno raccontando la vita millenaria, il silenzio che regna sovrano, il lento salmodiare di una comunità raccolta negli antichi stalli ad invocare e lodare a gran voce il Dio dell’universo. Monaci, monache, frati e suore hanno deciso di professare i voti vivendo in povertà, obbedienza e castità, vincolati da una austera vita e da una regola, facendo della vita comune un loro punto forte e diventando Chiesa.
Li abbiamo fotografati nei loro abiti che li contraddistinguono da ordine ad ordine. L’abito, non solo fa riconoscere i religiosi all’interno di una società, ma è anche un istituzione con valori e rapporti messi in luce da simbolismi, da prescrizioni legislative e da un lungo elenco di proibizioni, che autorità interne alle congregazioni hanno emanato nel corso dei secoli. Con questo lavoro Vi abbiamo portato la luce, il profumo, il sale e la pace dei monasteri. Abbiamo voluto per Voi visitare i luoghi più nascosti, il luoghi inaccessibili, i luoghi dove si prega e si lavora.
Ci è stato permesso di entrare nelle clausure per portarVi volti di donne e uomini che vivono perennemente isolati da tutto e da tutti ma che pregano e vivono per tutto e per tutti, uomini dalle scelte estreme, dalle scelte di silenzio, penitenza e preghiera. Con il nostro reportage vogliamo sperare di aver raggiunto lo scopo e le finalità che ci eravamo prefissi e di aver portato a Voi del mondo, fratelli che non vivono nel mondo ma che sono nel mondo e che stanno per Noi sviluppando un grande progetto: il progetto di Dio.”